martedì 27 ottobre 2015

L'ABBIGLIAMENTO E GLI ACCESSORI MASCHILI



Il Consulente d'Immagine insegna al cliente, come abbinare gli abiti tra loro e a realizzare gli outfit per facilitarlo nell'utilizzo del guardaroba, a seconda delle esigenze.
Il primo passo da compiere sarà quello di ispezionare i capi base, valutare quelli più adatti secondo la forma del corpo ed identificare i colori che più si adattano all'incarnato e selezionare dal guardaroba ciò che no serve più, recuperando spazio per i nuovi acquisti.

La prima regola è quella di acquistare capi di qualità, vestiti ed accessori di buon livello, che, conservati con la giusta cura, migliorano persino nel tempo; un paio di scarpe in pelle che si abbinino a otto, dieci pantaloni. o un completo scuro abbinato al 70% delle camicie, andrà bene per il nostro scopo, quello cioè di aiutare i nostri clienti a guadagnare spazio e tempo nella scelta del look.
I capi vengono acquistati in base alla taglia, alla qualità alla fattura, al tessuto, al modello ed al prezzo, equilibrando tutti i fattori.
Per l'uomo i capi saranno selezionati in base alla struttura fisica, l'attività professionale, l'ambiente, il tempo libero, il gusto e lo stile personale.



I capi nucleo:
abito scuro, giacca sportiva scura, scarpe da abito scure, camicie in tinta unita, pantaloni di flanella, jeans classici blu scuro, colori neutri e tinte naturali in generale; blu navy e marrone sono i più indicati, così come il grigio; le camicie invece dai toni forti dovranno occupare solo il 20% del guardaroba.Il cashmere è perfetto per ogni stagione.

 I tessuti:

  • "pettinati": sono filati di fibre lunghe, considerati tra i più pregiati, gabardine, grisaglia, saia, tela di lana.
  • "cardati: tweed, cheviot, spinati.
  • "follati": lavorati tramite follatura, tessuti morbidi e di gran pregio, flanella, vigogna.
Per i capi confezionati vanno bene, il cotone, il lino, la canapa ed i filati accoppiati con fibre naturali, artificiali o sintetiche.


La taglia e la conformazione:
la taglia è data dalla semicirconferenza del torace, calcolata sopra la camicia; la conformazione (drop) invece è determinata dalla differenza tra la semicirconferenza del torace e quella della vita. La statura totale della persona viene rilevata con le scarpe.

Le conformazioni di taglia:

 

• DROP 10 - conformazione extra snella
• DROP 7-8 - conformazione snella
• DROP 6 - conformazione normale
• DROP 4 - conformazione mezzo forte
• DROP 2 - conformazione forte
• DROP 0 - conformazione extra forte.
Il DROP 6 è il drop regolare per eccellenza e la sua vestibilità si adatta alla corporatura media.
Il DROP 7 e il DROP 8 si adattano bene a corporature atletiche con spalle larghe a vita stretta.
Il DROP 4, il DROP 2 e il DROP 0 sono conformazioni adatte a corporature forti e panciute dove il rapporto tra semicirconferenza torace e semicirconferenza vita è inferiore a 1.



La giacca:


 abbastanza larga per essere comodamente abbottonata. Va allacciato il bottone centrale per la giacca a "3bottoni", e quello superiore per la giacca a "2bottoni". MAI allacciare quello in basso.
La lunghezza deve coprire le curve delle natiche, arrivando quindi a metà del pollice con il braccio disteso lungo il fianco (la camicia deve spuntare di un centimetro abbondante). Ci sono giacche ad un petto, o a due petti, con tasche e con toppe (sportive). I risvolti, reverse, sono normali o a lancia e devono coprire il bordo esterno del collo. L'abbottonatura è sempre a destra.

La camicia: 


colli:


  • button down: si dice di camicia in cui le due punte del colletto contengono ognuno una piccola asola, e possono essere tenute ferme allacciandole agli appositi bottoncini cuciti sotto il colletto, sono perfette per il cravattino.
  • straight point: camicia con il collo a punta, rigido o semirigido.
  • english cutaway: camicia con collo alla francese, dotata di punte molto ampie e aperte, perfetta per i nodi molto grandi e morbidi.
tessuti:

  • fil-à-fil: tessuto popeline, perfetto per tutto l'anno.
  • oxford: microscopici puntini bianchi su fondo colorato.
  • twill: finissima trama lavorata con rigatura diagonale.
  • popeline: dall'ordito fine, filato leggero e liscio.
  • voile: tessuto leggero, di gran pregio.
  • lino: è il più pregiato tra le fibre vegetali, utilizzato in estate.
  • giro inglese: tessuto esclusivo che alterna fasce di fili bianchi a colorati con una lavorazione granulare.
cravatte:


accessorio dell'abbigliamento maschile costituito da una striscia di tessuto disegnato e colorato, con estremità terminanti ad angolo, che viene fatta passare sotto il colletto della camicia e annodata sul davanti.
Alla fine degli anni'50 tra le cravatte circolano colori chiari, negli anni '80 le cravatte assumono toni neutri (terra e pietra) con il grande stilista Giorgio Armani.
Anche Ermenegildo Zegna e Charvet hanno ripreso un'antica tradizione ridisegnando le cravatte a sette pieghe e a seta ripiegata. Tra le più belle, costose e colorate troviamo invece quelle di Leonard Paris.

LE TECNICHE DEL CAMOUFLAGE





La parola "Camouflage", letteralmente tradotta, significa: camuffamento, maschera, mimetica.., tutti sinonimi che portano ad un unico obiettivo, cioè quello di nascondere con l' abbigliamento ed il trucco le imperfezioni di viso e fisico e metterne in risalto le qualità!

Partiamo ad analizzare gli occhi:
ne guarderemo, la forma, il volume, la loro posizione e la loro distanza.


  •  occhi cadenti: la linea che li unisce tende verso il basso;
  •  occhi rotondi: sono stretti e dalle dimensioni ridotte;
  •  occhi piccoli: di dimensioni ridotte rispetto ai lineamenti del viso;
  •  occhi grandi: di dimensioni eccessive, predominanti sul resto del volto;
  •  occhi incavati: sono posti su un piano rientrato rispetto agli zigomi, perciò maggiormente in ombra;
  •  occhi sporgenti: in evidenza e posti in avanti rispetto alle guance;
  •  occhi vicini: nel guardare la loro distanza non si "vede" una linea immaginaria per un terzo occhio;
  •  occhi distanti: posti a maggior distanza tra i due angoli interni.

           eventuali correzioni:

  • per gli occhi grandi usare colori scuri, no perlati; ok all'uso della matita scura nella rima interna inferiore;
  • per ingrandire l'occhio evidenziare la palpebra inferiore sfumando il colore scuro per aprire lo sguardo, per la parte superiore segare l'occhio nella parte terminale sfumando il colore verso l'esterno;
  • l'ombretto in tonalità chiare, serve ad aumentare l'impressione di spazio, va sfumato da metà palpebra in poi;
  • per gli occhi cadenti ombreggiare la palpebra con dei colori scuri, applicare poi il mascara solo alle ciglia superiori;
  • per gli occhi incavati evidenziare con una matita la palpebra e truccare con un ombretto chiaro, segnare poi con una matita chiara la rima inferiore, le sopracciglia devono avere un tono più scuro rispetto alla naturale tonalità;
  • per gli occhi distanti bordare l'occhio con la matita scura per ottenere un effetto di avvicinamento e ricalcare gli angoli interni dello stesso con una matita scura, il mascara va passato sulle ciglia interne e centrali;
  • per occhi troppo vicini depilare la parte iniziale delle sopracciglia così da spostare il punto verso l'esterno, per l'ombretto uso toni chiari partendo dall'angolo interno, allungare il colore verso l'esterno allungandolo a "coda";
  • per gli occhi sporgenti correggere riportando internamente la sporgenza della palpebra ed ampliare con linee orizzontali, l'ombretto nella parte superiore deve avere un tono scuro e più scuro ancora al centro dell'occhio, ok alla matita scura infine, sia nelle rima superiore che inferiore.


         Le labbra:





  • labbra sottili, che indicano un carattere fermo e severo;
  • labbra carnose, che indicano sensualità;
  • labbra con gli angoli tendenti verso il basso,che danno impressione di maggior serietà;
  • labbra con gli angoli verso l'alto, che infondono buonumore ed un carattere aperto e solare; 
  • labbra ideali, con la parte superiore leggermente più piccola di quella inferiore e con una lunghezza non maggiore rispetto all'asse verticale delle pupille.

eventuali correzioni:


I tipi di labbra da correggere più diffusi sono, le labbra sottili, quelle carnose, quelle con evidenti segni d'età, quelle con gli angoli verso il basso e dai contorni imperfetti.

Innanzitutto le correzioni chiare vanno realizzate sempre dopo l'applicazione del fondotinta e MAI allontanarsi di più di 2mm dalla naturale linea delle labbra.

  • Per le labbra carnose si consiglia l'utilizzo di un correttore chiaro per cancellare il segno naturale così poi da ridisegnarne l'interno; un tocco di cipria, matita labbra e rossetto, senza gloss.
  • Per labbra sottili si consiglia il correttore chiaro per cancellare e ridisegnare la linea all'esterno della linea naturale; cipria, matita labbra e rossetto dai colori accesi e luminosi, un tocco di gloss trasparente al centro delle labbra come punto luce finale.
  • Per labbra con angoli tendenti verso il basso illuminiamo gli angoli inferiori, restituendo maggior volume ridisegnandone il contorno.
  • Segni dell'età: come prima cosa illuminiamo gli angoli inferiori eliminando così le ombre. Tracciamo poi un disegno accentuando una leggera incurvatura. Utilizziamo i colori perlati, non troppo lucidi, si invece per le matite dure che consentono maggior tenuta. Gloss al centro per terminare.
  • Contorni imperfetti: segnamo l'intera linea del contorno labbra con il correttore chiaro che andrà poi sfumato per ricreare il nuovo contorno con la matita.



Camouflage per la figura del corpo:





abbiamo già  parlato dell'analisi della figura nei primi articoli del blog, ora vediamo le tecniche per camuffare i difetti attraverso i capi di abbigliamenti più adatti alla forma del nostro corpo;


  • il triangolo invertito, con seno abbondante e con girovita e gambe magre dovrà utilizzare capi elastici che avvolgono il torso e che cadano aderenti sulla vita, più sottile, evidenziandone così le forme; tonalità scure per la parte superiore del corpo, tonalità colorate, a fantasia, in colori chiari per la parte inferiore, così da concentrare l'attenzione su quella zona;
  • il triangolo, caratterizzato da fianchi larghi e assenza di girovita che va evidenziato, in questo caso, con abiti a trapezio e maglie lunghe;
  • rettangolo, forma prediletta nell'ideazione delle linee di moda, a questa forma va dato del movimento, osando con i colori, in questo caso il total black è poco indicato.Evitiamo l'extra large nella parte superiore del corpo, segnamo il punto vita con linee orizzontali per spostare l'attenzione alle gambe, che andranno valorizzate con colori accesi;
  • clessidra, per definizione formosa nelle linee, spalle e fianchi hanno proporzioni simili e la vita è stretta. Dove adeguatamente valorizzata, è una delle figure più attraenti. La linea della vita, in questo caso, va evidenziata con linee orizzontali in quell'altezza; vanno evitati i colori eccessivi e le stampe, via libera alle linee semplici ed i colori neutri.
  • figura rotonda, le spalle ed i fianchi hanno le stesse proporzioni ed il punto vita è totalmente assente; la parte inferiore denota gambe magre, che saranno perciò la parte da enfatizzare indossando tacchi o calze dalla trama evidente. Il punto vita va sottolineato con top e colori a contrasto tra la parte superiore ed inferiore del corpo per riuscire così a spezzare la figura. I pantaloni adatti, in questo caso, sono quelli stretti sul fondo;
  • figura con busto più lungo rispetto alle gambe,in questo caso dobbiamo allungare la figura con capi dalla vita alta, da evitare i pantaloni che  scoprono le caviglie, indossare invece gonne sempre a vita alta e con i tagli svasati. Un consiglio utile è quello di utilizzare calze e gonne dello stesso colore. Per le scarpe via libera ai tacchi, da evitare invece sono gli stivali. Per la parte superiore del corpo utilizzare indumenti piuttosto "corti", che potranno essere inseriti all'interno di gonne e pantaloni, si ai colori in contrasto tra le due parti. Ok ai capi aderenti e agli abiti impero, evitare abiti con tagli a trapezio o troppo corti ed in unico pezzo.

giovedì 27 marzo 2014

DIZIONARIO DEI TESSUTI





  1. Agnellino: tessuto sintetico, a pelo lungo e morbido;
  2. Alcantara: tessuto simile al camoscio;
  3. Bajadera: tessuto a righe multicolori, orizzontali e verticali, creato dalle nomadi;
  4. Batavia: tessuto con armatura a saia, il dritto ed il rovescio sono uguali;
  5. Chambrai: tessuto dal filato leggerissimo; 
  6. Batista: tessuto soffice, leggero, molto fresco, deve essere ben rifinito dato che le cuciture traspaiono sul dritto;
  7. Barrè: tessuto dalle righe orizzontali di varie dimensioni;
  8. Bouclè: tessuto con una seconda trama aggiuntiva, composta da filati ricci;
  9. Brillantina: tessuto con piccoli disegni lucidi;
  10. Broccati: tessuti speciali a trama metallica, lavorati con degli speciali telai (Jaquard);
  11. Cangiante: tessuto con colori complementari, generalmente di seta;
  12. Chiffon: tessuto leggero, a tela, di seta, dall'effetto semi-opaco;
  13. Cannellato: tessuto con mano a coste alternate;
  14. Chintz: tessuto orientale, a tela di cotone, con uno dei due lati lucido;
  15. Ciniglia: tessuto simile al velluto, prodotto con quattro fili ritorti a fascio;
  16. Crepè: tessuto dai filati molto ritorti che gli conferiscono il tipico aspetto granuloso ed ondulato; è suddiviso in "Georgette", il più leggero dei voile, sottile e trasparente; "de Chine", opaco e leggero, ottimo per confezionare camicie ed intimo; "Marocchino", il più pesante e non trasparente;
  17. Cretonne: robusto telo di lino o cotone, con motivi grandi e floreali; il più famoso è il "Sanderson", con stampe inglesi a ventiquattro colori; il cretonne è usato solitamente nella tapezzeria;
  18. Crinolina: tessuto con armatura a tela rada, spesso e rigido; in crine di cavallo;
  19. Damasco: antico tessuto che prende il nome dalla capitale della Siria, lavorato a Jaquard, solitamente a tinta unita con dei disegni lucidi per un effetto chiaro-scuro;
  20. Denim: tessuto a saia, con filati grossolani, 100% cotone, spigato. Nel XIX sec. Levi Strauss, fondò la prima fabbrica a San Francisco; il nome "denim", deriva dalla Fracia e più precisamente da una città di nome "Nimes";
  21. Délavé: tipo di tecnica che rende i tessuti "invecchiati";
  22. Devoré: tecnica usata su velluti e chiffon;
  23. Double-face: tessuto sfruttabile in entrambi i lati;
  24. Feltro: tessuto ottenuto per aggrovigliamento delle fibre corte;
  25. Fil a Fil: tessuto che alterna fili di colori diversi;
  26. Filet: tessuto a ricamo, usato tipicamente per le tende;
  27. Flanella: tessuto morbido e compatto, di media pesantezza, con superficie pelosa (la garzatura finale ne solleva la peluria);
  28. Gabardine: tessuto in lana pettinata o cotone, tipico per le divise da College;
  29. Garza: tipo di tela a maglia molto rada;
  30. Gessato: tessuto dalle rigature verticali intermittenti, colore bianco su fondo scuro;
  31. Goffrato: tessuto con motivo a rilievo, morbido;
  32. Goretex: tessuto impermeabile, traspirante, molto famoso negli anni '80;
  33. Grisaglia: tessuto con motivo a scaletta, tipo zig-zag, sale e pepe, lisca di pesce...;
  34. Gros-grain: tipo di filato lucido usato per rifiniture e passamanerie
  35. Lamé: tessuto che frappone fili di metallo a fili di trama ed ordito, oggi molto di moda le felpe sporty-chic;
  36. Lycra: tessuto sintetico, molto elastico, si allunga fino a sette volte di più ed è ottenuto nella "mista";
  37. Loden: l'impermeabile di Sherlock Holmes..., in lana cordata, a pelo lungo e pettinato da un verso, impermeabilizzato;
  38. Losanghe: motivo a rombi, tipico dei gilet di lana;
  39. Maglia: tessuto ottenuto per intreccio di un solo filo;
  40. Madras: tessuto di cotone a righe o quadretti;
  41. Modal: tessuto in viscosa e microfibra, elegante e brillante;
  42. Moiré: tessuto dalle tipiche forme ad onda, ottenuto per calandratura a vapore;
  43. Mussola/Chiffon: tessuto quasi trasparente, tipico del velo da sposa;
  44. Nido d'ape: tessuto a rilievi esagonali;
  45. Organza: tessuto in tela, ottenuto dalle migliori bave del bozzolo, usato solitamente per confezionare le bomboniere;
  46. Oxford: tessuto a tela che alterna due fili di ordito a due di trama più grosso e dello stesso colore, si confezionano le camicie;
  47. Panno di lana: tessuto utilizzato per cappotti e giacche;
  48. Pelle d'uovo: tipo di lino molto fine e leggero;
  49. Pied de poule: nel tesuto i quattro fili più chiari e i quattro più scuri formano la tipica "zampa di gallina";
  50. Pile: tessuto garzato e sintetico;
  51. Piqué: tessuto rigido, dato dall'intrecio di due trame di diversa finezza, è molto leggero, fresco e tende a sfilare;
  52. Peluche: tessuto dalla folta peluria con la stessa struttura della felpa;
  53. Pizzo: tessuto leggero e trasparente con motivi decorativi (fiori o animali), fatto ad uncinetto o a maglia (Macramé e Valenciennes);
  54. Popeline: tela di cotone con finissime coste trasversali, compatto morbido e lucido, dal peso medio e dal facile logorio;
  55. Principe di Galles: prende il nome dal suo Principe, Edoardo del Galles, è un tessuto di lana pettinata e cardata con disegno a quadri e con punteggiatura a pied de poule grigio o marrone;
  56. Raso: tessuto rasato di varie pesantezze, con una faccia lucida e duna opaca;
  57. Sangallo: il nome deriva da una città della Svizzera, è un tessuto traforato con zone a giorno, intagliato su una base di tela, lino o cotone; 
  58. Scozzese: tessuto a saia, con disegni a quadri fatti con più fili e più colori;
  59. Spigato: tessuto con due armature a saia, poco distanti tra loro, ma che vanno in direzioni opposte (lisca di pesce);
  60. Taffetà: tessuto dalla struttura molto serrata, derivato dai cascami di seta, è lucente, di peso medio e con una mano "croccante";
  61. Tessuti di spugna: costituiti da due fili di ordito ben tesi ed uno di trama meno teso, ha una struttura ad anello;
  62. Tnt: è creato chimicamente o per fusione, con la colla e le resine si ottengono tessuti rigidi, poi un macchinario ad aghi li comprime, materiale usato per materassi e borse..;
  63. Tulle: tessuto molto leggero, dato da un intreccio a maglie molto larghe a mano esagonale, materiale rigido per vele e velette, deve il suo nome ad una città della Francia;
  64. Tweed: tessuto cardato, peloso e di media pesantezza; la sua superficie è cosparsa di peli chiari, da nodi e da fibre appiattite;
  65. Velluto: dal 1500 la tecnica "vellus" (pelliccia), alza sul dritto alcuni fili d'ordito, sotto forma di anelli che verranno cimati per ottenere il tipico pelo rasato dei velluti; può essere bouclé, con anelli rialzati, con disegni incisi, millerighe.., prende il nome dalla dimensione della costa (250,500,1000); il velluto francese alterna coste fini a quelle spesse;
  66. Velours: sono dei "falsi" velluti, i tessuti vengono garzati e cimati;
  67. Jersey: tessuto con armatura a maglia, dalla struttura lucida ed omogenea, è elastico ed ha un supporto rasato a nido d'ape; il suo nome deriva da un'isola della Manica.

mercoledì 26 marzo 2014

LA LAVORAZIONE DELLE FIBRE TESSILI



La fibra tessile è l'insieme di prodotti fibrosi che, per la loro struttura, lunghezza, resistenza ed elasticità, hanno la proprietà di unirsi, attraverso la filatura, in fili sottili, tenaci e flessibili, che vengono utilizzati nell'industria tessile, per la fabbricazione di filati, che a loro volta, mediante lavorazioni, vengono trasformati in tessuti.
Si definisce filo, l'insieme di filamenti continui, cioè di lunghezza illimitata, sia ritorte che non ritorte, mentre per filato si intende un insieme di fibre discontinue, unite tramite torsione.

L'industria tessile è un'attività manifatturiera, che produce e lavora le fibre tessili.
La sua storia è antichissima, e deriva dall'esigenza dell'uomo di ripararsi dal freddo e dalle intemperie, usando materiali diversi dalle pelli conciate.
La prima produzione di tessuti risale al neolitico, dove venivano utilizzate le fibre vegetali, dapprima il lino e successivamente, grazie alla pastorizia nomade, anche le pellicce degli animali allevati.

E' con la meta del XII sec.che inizia la produzione in Italia, grazie alla confraternita degli Umiliati, dediti alla lavorazione della lana, che partendo dal Milanese, costruì con i suoi conventi una prosperosa industria, che si diffuse in tutto il nord Italia.


Teminologie e passaggi della lavorazione:

Filatura: serie di operazioni che trasformano la fibra in filato; la prima fase sarà quella della cernita della qualità, 
 la seconda, la pulitura, 

e la terza, la lavatura

La fibra viene sottoposta a battitura tramite cilindri per eliminare le scorie ed ammorbidire le fibre; da questo processo si ottiene la falda.

Dalla falda si passa alla cardatura, con cilindri rotanti e punte metalliche, ottenendo così il velo di carda, sottoposto a trazioni e torsioni per ottenere il bindello, un filamento cilindrico di due cm, che diventerà poi 

lo stoppino, pronto per essere filato  .

La filatura abbina più stoppini, sottoponendoli ad una forte tensione, avvolti su se stessi, binari o doppi, ritorti, a fantasia di fili.

Nei filati a fantasia vengono utilizzati anche i fili difettosi che vengono "nobilitati" per creare i "melangès", (nouances di fibre con tonalità diverse) i "flammé" (fili con ingrossamenti irregolari), i "frisé"(fatti a zig-zag), i "lamé" (che contengono lamelle metalliche), ed i "bouclé" (a forma di piccoli anelli).

I filati vengono imbozzimati (impastati) con sostanze che li rendono resistenti.



La fibra lunga è sottoposta a pettinatura ed a due cardature che lisciano le fibre; si ottengono così filati uniformi per giacche, pantaloni, gilet ed abiti classici.

La fibra corta, la più scadente, viene cardata ed utilizzata per maglierie e capispalla.

La Tessitura:

la tessitura è una serie di operazioni, che porta, tramite intreccio di filati, alla formazione del tessuto.
I fili di ordito sono disposti paralleli secondo la lunghezza del tessuto, quelli di trama, i più scadenti, vengono disposti perpendicolarmente ai primi, nel senso dell'altezza del tessuto. 
L'altezza termina con la cimosa o vivagno (punto più forte); nel tessuto anche lo spessore è importante e serve a determinare il peso del tessuto.



Armature o Intrecci:


sono rappresentati su carta quadrettata, in verticale si trovano i fili di ordito, in orizzontale la trama che 

scorre; questa operazione si chiama "messa in carta" , ad oggi  quasi sostituita grazie all'utilizzo di software 

appositi.  

La natura di un tessuto è determinata dalla qualità del filato, dal numero di torsioni dell'ordito e della trama, dalla costituzione della fibra e dalle armature.

Il tessuto ha diverse classificazioni: prende il nome della fibra (cotone, seta, misto), dal tipo di filato (bouclè, fiammato...), dall'intreccio (seta con raso), dal finissaggio (pettinato, cardato, impermeabilizzato), dalla stampa ( batik), dalla forma del disegno (zebrato, tigrato, pois, floreale..), dall'uso (sportivo, classico..), dal luogo di origine (madras, scozzese, damasco..), dall'aspetto (rigato, traforato, a coste, elasticizzato..), e dai classici (gessato, grisaglia).


La garza ha un'armatura a filo non lineare; nei tessuti a maglia, non esistono ne orditi ne trame, ma un unico filo, non teso, ma avvolto su se stesso.



....nel prossimo articolo tratteremo il dizionario dei tessuti.

lunedì 17 marzo 2014

LE FIBRE TESSILI ARTIGIANALI E SINTETICHE



Le fibre tessili, artigianali e sintetiche, sono prodotte partendo dai polimeri, cioè da lunghe catene di molecole , in chimica ed in fisica, la molecola, dal latino moles = piccola quantità, è un insieme di almeno due atomi, dal greco àtomos = indivisibile,  uniti da un legame chimico.


Dalla lavorazione di componenti presenti in natura (cellulosiche, come il rayon; fibre proteiche, come il mais, gli arachidi e la soia; fibre alginiche, che derivano dalle alghe e favoriscono la nascita dell'abbigliamento sportivo) la fibra viene trasformata, tramite componenti chimici, in sostanza solubile.

Il Rayon:
la storia delle fibre inizia con il Conte Filaire di Clardonnet, nel 1878, una sua cameriera versò per errore nitrocellulosa( il suo aspetto è simile all'ovatta) nell'etere(anestetico dell'epoca), formando così dei filamenti lucidi..(ecco l'idea!).  Nel 1884, si stilò il primo brevetto e pochi anni dopo arrivò la prima macchina per filare, accompagnata dalla nascita del Rayon, una seta artificiale.


Le prime applicazioni con la fibra di rayon iniziarono nel 1910, ed esattamente dieci anni dopo, nel 1920 ci fu una vera e propria rivoluzione con il boom delle calze in rayon, la fibra più igroscopica (110%) e viscosa, divenne la fibra artificiale più diffusa al mondo.



L'Acetato:
questa fibra nasce invece dagli esperimenti di due fratelli svizzeri, i Dreyfus, nel 1869, in Inghilterra.
L'acetato venne ricavato da una mescolanza di cellulosa (sostanza naturale composta da un gran numero di molecole di glucosio) ed acido acetico ( composto chimico-organico, conosciuto nell'aceto con il suo sapore acre e pungente).
L'acetato ha un peso medio, una mano lussuosa, un buon drappeggio, poca forza e una resistenza abrasiva, viene usato maggiormente per la lingerie.


Tra gli anni '40 e '50 ci fu una forte produzione di fibre sintetiche derivate dal petrolio, le tecnofibre ( tramite un  processo di polimerizzazione si può passare alla filatura) che nel corso degli anni,  soppiantarono la produzione di fibre naturali, grazie ai costi bassi ed una buona resistenza, anche se non biodegradabili e portatori di allergie.

 Vediamone alcuni: 
  • Movil = derivato dal carbon fossile e usato per l'intimo;

  • Polyester = utilizzato per gonne, lingerie, abiti tende e vele, fibra soggetta al pilling;

  • Nylon = ebbe grande successo con le calze, venne impiegato poi per la costruzione di spazzolini, costumi ed intimo, la sua fibra è leggerissima e con una eccezionale forza;

  • Acrilico = ideato nel 1948 da Dupont de Neumores negli USA, ha una buona elasticità e resistenza; usato per tappeti, abiti e bandiere;

  • Acetato = ha un ottimo drappeggio, è soggetto a sbiadire, usato per camiceria, lingerie e bendaggi.



Nel prossimo post vedremo la lavorazione delle fibre tessili.



giovedì 13 marzo 2014

IL LINO




La più antica tra le fibre vegetali è certamente il lino; il "linum usitatissimum", pianta dalla quale, a seguito della macerazione delle fibre, è ricavato il tessuto, conosciuto nella regione dell'antico Egitto, fin dal V millennio a.C., era coltivato già dagli Egizi, dai Fenici e dai Babilonesi, che ne diffusero l'uso successivamente anche a Greci e Romani.
 Il lino ha una lunghezza media delle che varia dai 20 ai 30 mm; la sua finezza si aggira dai 20 ai 30 micron;
Il numero di fibre presenti nella corteccia di una singola pianta può variare da 20 a 50.
La fibra ha un aspetto lucido, si presenta con una mano fredda e scivolosa. In presenza di umidità questa fibra ne assorbe rigonfiandosi moderatamente; essendo di origine cellulosica, se bruciata produce una finissima polvere nero-grigia.
Il lino ha una tenacità di circa 6-7 grammi/denaro, è una fibra gualcibile e poco allungabile, è la più forte tra le fibre vegetali. Il Lino ha una buona lucentezza, è idrofilo, assorbente ed asciuga velocemente; il tessuto ha una buona conduzione termica, ecco perché a contatto con la pelle risulta fresco.
Le fibre del lino sono contenute nella parte interna della corteccia, chiamata comunemente tiglio. Per ricavarla gli steli, essiccati, si mettono a macerare per qualche giorno in bacini d'acqua, oppure, con metodo più rapido, si sottopongono all'azione del vapore acqueo o di speciali batteri: le sostanze che legano tra loro le fibre si decompongono e si dissolvono, liberando così le fibre. Gli steli vengono poi fatti essiccare, quindi sottoposti alla maciullatura per mezzo di martelli, le gramole, che schiacciano e frantumano la parte legnosa. L'operazione successiva è la scotolatura che consiste nell'asportare i frantumi legnosi e separare le fibre. L'insieme di tutte queste operazioni viene chiamato stigliatura. Si arriva quindi al lino greggio, che viene sottoposto alla pettinatura per separare le fibre lunghe dalle fibre corte e spezzate, che costituiscono la stoppa, che viene utilizzata per la creazione di corda e spago e per la produzione di carta.


 I tessuti di lino vengono utilizzati per la confezione di biancheria per la casa (tovaglie, lenzuola, asciugamani) e per l'abbigliamento estivo sia maschile che femminile. Essendo una fibra rigida i capi assumono un aspetto stropicciato, caratteristica principale che contraddistingue i manufatti.



Tessuti di lino sono utilizzati nel ricamo a Punto croce e in altri ricami a fili contati. Alle fibre di lino possono mischiare fibre di cotone, che danno al tessuto maggiore resistenza.
Tra i più pregiati ricordiamo il Lino delle Fiandre, morbido, fine e lucente, il Lino di Riga e il Batista;
 famosi sono anche il Gand, il Bruges, i Lini Olandesi e  il Frisia;
in Francia sono famosi i lini di Valenciennes;
in Italia buoni i lini cremonesi; 
buoni anche i lini egizi e russi.

Tra le altre fibre vegetali troviamo : la canapa, la Juta, il ramie, l'agave, la paglia e la rafia.


mercoledì 12 marzo 2014

IL COTONE




Il cotone è una pianta arbustiva della famiglia delle malvacee, originaria del subcontinente indiano e delle regioni tropicali e sudtropicali dell'Africa e delle Americhe. Importato in Europa dagli arabi.

La pianta allo stato selvatico può raggiungere un'altezza superiore a 1.50 mt ed ha una vita lunga. Viene coltivata in molti paesi per la produzione della fibra di cotone, utilizzata per la creazione di tessuti. La fibra si ricava dalla peluria che avvolge i semi della pianta, che cresce in climi umidi/tropicali.



Il cotone è in assoluto la prima pianta tessile al mondo ed il suo ciclo vegetativo è di circa sei mesi.

Questo tessuto ha una buona forza, è resistente (tenace al massimo da bagnato), idrofilo, assorbe ed asciuga velocemente; ma c'è da dire che è anche poco elastico, poco lucente e facile all'attaccatura di muffe.

Il cotone restringe al primo lavaggio di circa il 10%, ecco perché solitamente il tessuto è  misto a poliestere.

Il tipo di cotone più pregiato è "il Filo di Scozia", il tessuto più fine, il 90% delle camicie nel mondo è prodotto proprio con questo materiale.



 Il cotone, come tessuto, si presta molto bene ai lavaggi, è un tessuto incendiabile, per questo motivo viene trattato con il Flame Retard ( un ritardante di fiamma che diminuisce l'infiammabilità del tessuto), è un materiale gualcibile, in questo caso gli viene fornito il trattamento Antipiega.

L'America è la prima produttrice mondiale di cotone, i suoi sono i cotoni più lunghi e più fini, le qualità più pregiate sono il Sea Island e il Cotton Belt (Texas); l'India è la seconda produttrice di cotone dopo gli USA, la fibra in questo caso è corta e di colore bruno-rossastro. I migliori sono il Badir, il Mapras ed il Surat.