Serve più di un articolo per parlarvi dell'analisi dei tessuti.
E' un argomento dotato di una vasta terminologia, ed oggi ne tratteremo il contenuto, sicura che, dalla prossima seduta di shopping anche voi, oltre a passare in rassegna gli abiti adatti per colore e tessuto analizzerete anche le etichette ..., se non ne siete già abituate, ovviamente..
Partiamo dall'inizio:
CHE COSA INDOSSIAMO?
(tecniche di lavorazione e terminologia delle fibre tessili naturali)
TESSUTO: il tessuto è un manufatto, a superficie piana, sottile e flessibile, realizzato tramite un intreccio di fili perpendicolari tra loro; questo processo si chiama tessitura. E' costituito da due elementi: l'ordito (i fili che stanno tesi sul telaio) e la trama (unico filo che percorre da una parte all'altra l'ordito).
Quando acquisto un capo d'abbigliamento, dopo l'impatto iniziale...., il primo elemento che analizzo riguarda la superficie di cui è composto il capo stesso. La superficie determina la lucentezza alla mano della fibra (la mano è il termine tecnico per indicare la sensazione al tatto; essa definisce le caratteristiche di morbidezza, calore, rigidità, compattezza, pelosità,scorrevolezza, che la mano sente toccando il tessuto);
se la superficie del tessuto è a forma circolare, la mano sarà morbida,scivolosa e lucida; se invece la superficie del tessuto è a forma multilobata (gen. sui poliesteri) la lucentezza, dovuta al rifrangersi della luce, renderà la superficie alla mano liscia, ma con una forma complessa ed opaca.
La lunghezza: si misura in millimetri (per essere filata una fibra deve avere una lunghezza minima di 5mm); la seta è la fibra naturale più lunga, essa raggiunge i 1500 metri, lunghezza media per la lana, per il cotone ed il lino invece la lunghezza è corta e possono essere filate con altre fibre artificiali o sintetiche a piacimento.
La finezza: è la sottigliezza, misurata in millesimi di millimetro; i tessuti più fini sono la vigogna ed il lino, mentre la più grossa è la lana.
Il rapporto tra la lunghezza sul diametro ci dà un'altra unità di misura; il denaro (pari a 0.05 gr, pari a 450 mm), più il filato è fine, più il titolo in denari è basso.
La lucentezza: indica la riflessione della luce sulla superficie; più la superficie è liscia, più è lucente. le fibre sintetiche e la seta sono in assoluto le più lucenti.
La resistenza: indica la solidità alle abrasioni e allo sfregamento; essa stabilisce quindi la durata di un capo; il nylon è tra i più resistenti.
L'igroscopicità: indica la percentuale massima di assorbenza che una fibra può assimilare, senza risultare bagnata; la lana ha il massimo di igroscopicità, ci sono poi tutte le fibre vegetali/animali come il rayon e l'acetato.
Fibre idrorepellenti: questo tipo di tessuto NON assorbe l'acqua; le fibre repellenti, NON sgualciscono al lavaggio, ma al tempo stesso la pelle non traspira.
L'elettrostaticità: si verifica sfregando tra loro due materiali e si nota la resistenza al calore. Le fibre naturali, solitamente si decompongono, mentre le fibre sintetiche si fondono tra esse.
La feltrabilità: proprietà tipica delle lane e delle varie tipologie di fibre animali; durante la lavorazione, il calore, l'umidità e gli acidi, saldano tra di loro le fibre.
La coibenza: è la proprietà delle fibre di essere più o meno isolanti al calore, in relazione al calore del corpo, del tessuto e dell'ambiente esterno.
La tenacità: indica il carico in grammi, necessario a rompere un filo standard (1 denaro). Il lino è il tessuto più tenace, segue il cotone; i tessuti come la seta o la lana più sono tenaci e meno sono lavorabili; molto forti sono anche il nylon e il poliestere; l'acetato e l'acrilico sono invece i più deboli.
La resilienza e la gualcibilità: indicano la capacità di una fibra di essere sottoposta a pressione costante, il cotone ha un indice minimo, mentre per il poliestere l'indice è massimo.
L'elasticità: è la capacità di una fibra di lasciarsi deformare in maniera irreversibile; è una caratteristica fondamentale, soprattutto i test vengono fatti all'altezza di gomiti e ginocchia; (le fibre elastomero sono deformabili al 100%
La flessibilità: indica la capacità della fibra di piegarsi, di drappeggiarsi; molto flessibile è l'acetato, no invece la fibra di vetro.
Il pilling: è la formazione di gruppi di fibre che formano "pallini" sul tessuto.
FIBRE TESSILI NATURALI
Le fibre naturali rappresentano oggi il 40% delle fibre tessili utilizzate nel mondo, il restante 60% è rappresentato dalle fibre sintetiche e artificiali. La fibra naturale maggiormente diffusa è il cotone di cui si producono ogni anno circa 25 milioni di tonnellate.Principali produttori del cotone sono: la Cina, gli Stati Uniti, il Pakistan, l'India, la Turchia ed il Brasile.Anche in Africa è fortemente diffuso e fonte di sopravvivenza per intere regioni. La produzione annuale di lana, supera di poco più i 2 milioni di tonnellate, e le zone maggiormente interessate da questo tipo di economia sono: l'Australia, la Cina, la Nuova Zelanda, l'Iran, l'Argentina ed il Regno Unito; anche in Italia, negli ultimi anni si cerca di recuperare e valorizzare, attraverso filiere autoctone in fase di sperimentazione, questo tipo di materiale altrimenti destinato allo smaltimento nelle discariche.
Ci sono dei vantaggi nell'utilizzo delle fibre naturali, questi risiedono nell'ecocompatibilità dei materiali, che provenendo da fonti rinnovabili, assicurano comodità a contatto con la pelle e ne garantiscono la loro biodegradabilità.
LA LANA:
la lana è una fibra proteica di origine animale, è un filamento corneo a base di cheratina; la parte centrale, detta cortice, costituisce il 90% del prodotto ed il midollo, posto al centro della fibra e composto da materiale molto poroso, il restante 10%.
La lana non resiste alle abrasioni, è debole, non è lucente, ha poca tenacità ed è soggetta al pilling, ma al tempo stesso ha un'elevata elasticità, una coibenza altissima, è isolante ed ha una igroscopicità del 50%.
La lana va lavata con attenzione, non in acqua calda, altrimenti infeltrisce, meglio in acqua fredda con aceto. Senza un ricambio d'aria, gli indumenti di lana, possono autocombustire per l'ossidazione dei grassi; questo tessuto protegge sia dal freddo che dal caldo (tuareg nel deserto)trattenendo l'aria tra le fibre e formando un cuscinetto termoisolante.
Dopo la tosatura, in primavera, il vello (il mantello dell'animale) viene liberato dalle impurità con la spappolatrice che districa e sgrassa (il grasso sebaceo viene impiegato per creme e saponi), viene poi battuto e passato al carbonizzo ed ai lavaggi con il Leviathan (macchinario con detergenti).
Vari tipi di lana:
La resilienza e la gualcibilità: indicano la capacità di una fibra di essere sottoposta a pressione costante, il cotone ha un indice minimo, mentre per il poliestere l'indice è massimo.
L'elasticità: è la capacità di una fibra di lasciarsi deformare in maniera irreversibile; è una caratteristica fondamentale, soprattutto i test vengono fatti all'altezza di gomiti e ginocchia; (le fibre elastomero sono deformabili al 100%
La flessibilità: indica la capacità della fibra di piegarsi, di drappeggiarsi; molto flessibile è l'acetato, no invece la fibra di vetro.
Il pilling: è la formazione di gruppi di fibre che formano "pallini" sul tessuto.
FIBRE TESSILI NATURALI
Le fibre naturali rappresentano oggi il 40% delle fibre tessili utilizzate nel mondo, il restante 60% è rappresentato dalle fibre sintetiche e artificiali. La fibra naturale maggiormente diffusa è il cotone di cui si producono ogni anno circa 25 milioni di tonnellate.Principali produttori del cotone sono: la Cina, gli Stati Uniti, il Pakistan, l'India, la Turchia ed il Brasile.Anche in Africa è fortemente diffuso e fonte di sopravvivenza per intere regioni. La produzione annuale di lana, supera di poco più i 2 milioni di tonnellate, e le zone maggiormente interessate da questo tipo di economia sono: l'Australia, la Cina, la Nuova Zelanda, l'Iran, l'Argentina ed il Regno Unito; anche in Italia, negli ultimi anni si cerca di recuperare e valorizzare, attraverso filiere autoctone in fase di sperimentazione, questo tipo di materiale altrimenti destinato allo smaltimento nelle discariche.
Ci sono dei vantaggi nell'utilizzo delle fibre naturali, questi risiedono nell'ecocompatibilità dei materiali, che provenendo da fonti rinnovabili, assicurano comodità a contatto con la pelle e ne garantiscono la loro biodegradabilità.
LA LANA:
la lana è una fibra proteica di origine animale, è un filamento corneo a base di cheratina; la parte centrale, detta cortice, costituisce il 90% del prodotto ed il midollo, posto al centro della fibra e composto da materiale molto poroso, il restante 10%.
La lana non resiste alle abrasioni, è debole, non è lucente, ha poca tenacità ed è soggetta al pilling, ma al tempo stesso ha un'elevata elasticità, una coibenza altissima, è isolante ed ha una igroscopicità del 50%.
La lana va lavata con attenzione, non in acqua calda, altrimenti infeltrisce, meglio in acqua fredda con aceto. Senza un ricambio d'aria, gli indumenti di lana, possono autocombustire per l'ossidazione dei grassi; questo tessuto protegge sia dal freddo che dal caldo (tuareg nel deserto)trattenendo l'aria tra le fibre e formando un cuscinetto termoisolante.
Dopo la tosatura, in primavera, il vello (il mantello dell'animale) viene liberato dalle impurità con la spappolatrice che districa e sgrassa (il grasso sebaceo viene impiegato per creme e saponi), viene poi battuto e passato al carbonizzo ed ai lavaggi con il Leviathan (macchinario con detergenti).
Vari tipi di lana:
- Lana vergine: è la lana di nuova tosatura;
- Lana di mischia: è la lana vergine, mescolata con lana rigenerata(recuperata da indumenti usati) o fibre sintetiche;
- Lana shoddy: composta da tessuti pettinati e di maglieria (nuovi o usati);
- Lana mungo: composta da tessuti follati e infeltriti (tipo la flanella);
- Lana extract: composta da tessuti misti e trattati, la lana più scadente;
- Lana di tosa: quella che viene lavorata una o due volte l'anno, ha diverse qualità al suo interno:
durante il ciclo pettinato si ottengono delle lane speciali (merinos o incrociate); per la lavorazione la lana viene aperta, sgrovigliata, lavata, asciugata ed oleata,passata poi tra dei pettini per un'ultima pulitura e per allineare le fibre ed infine passata allo stiratoio per allungarne le fibre; una volta ottenuto il nastro, si ottiene lo stoppino, che viene torso e reso pronto per la filatura; con la lana cardata (termine derivato dal medioevo dove la lana veniva battuta con i cardi, una pianta spinosa simile al carciofo), si ottengono i loden, il mollettone e double-face.
Oggi esistono circa 2700 tipi di lana diversa, in Italia, la più famose sono: la lana sarda, l'altamura, la visana e la gentile di Puglia.
Le lane vengono suddivise secondo razza:
- Merinos: è data dalle pecore spagnole, è costosissima perchè questo tipo di pecora fornisce circa 10 kg di prodotto a differenza della pecora comune che ne produce circa 2 kg; la merinos ha una fibra lunga, ondulata e soffice;
- Shetland: (nord della Scozia) questo tipo di lana è ottenuta da razze incrociate quali merinos, inglesi, leicester, lincoln.
- Mohair: è una lana di capra della Turchia, viene prodotta negli usa ed in sud Africa, ha una fibra lunga ed è la più lucente delle lane;
- Cachemire: proviene dalle capre del Cachemire, Tibet, India, Afganistan, è la più soffice e morbida, ha poco nerbo perciò tende ad essere troppo elastica (gli animali vengono pettinati in primavera levando il morbidissimo sottopelo-duvet-, da ogni animale vengono "estratti" solo 110 gr di prodotto, per questo motivo è molto costosa);
- Alpaca: la lana viene prodotta per tosatura ogni due anni, ha una fibra tenace e lucente, fine e morbida, possiamo trovarne di ben sette tonalità;
- Vigogna: si ricava da un raro tipo di pecora protetta, ha una lana finissima, leggera e lucente, anche questa è fra le più costose, un animale produce circa 500 gr di prodotto;
- Lana di cammello: è una lana morbida, come la merinos, può essere gialla, beige e rossiccia, è un tessuto leggero ed idrorepellente utilizzato soprattutto per i soprabiti di lusso e la maglieria;
- Lana d'angora:deriva dal coniglio d'angora (Cina), ha un pelo lungo e morbidissimo, è delicata e leggera e solitamente utilizzata per la mischia; solitamente la lana viene pettinata al buio per preservare la lucentezza del pelo.
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